L’edizione 2025 della Global Commodities Conference – l’evento di punta della Lugano Commodity Trading Association – si è svolta il 23 e 24 giugno presso l’iconico LAC di Lugano. Oltre 200 leader e professionisti del settore si sono riuniti per due intense giornate di dibattiti ricchi di spunti, dedicati all’analisi del mutevole panorama geopolitico e del suo profondo impatto sui mercati finanziari e sul commercio delle materie prime.

La conferenza di quest’anno è stata sostenuta da un prestigioso gruppo di sponsor: Fidinam Group Holding come Platinum Sponsor; Axion SWISS Bank come Dinner Sponsor; Banca Zarattini, Sirius Energy e Telf come Gold Sponsors; e Cornèr Banca, Filhet-Allard Maritime e London Metal Exchange come Silver Sponsors. L’evento si è svolto sotto il patrocinio della Città di Lugano e con il supporto di partner istituzionali quali la Camera di Commercio e dell’Industria del Canton Ticino (Cc-Ti), SUISSENÉGOCE e la Zug Commodity Association, ed è stato amplificato da una partnership mediatica con il Corriere del Ticino.

Cerimonia di consegna dei diplomi – Certified Commodity Trading Specialist Diploma

La conferenza si è aperta con la cerimonia di consegna dei diplomi alla seconda edizione del programma formativo Certified Commodity Trading Specialist, conclusosi nel gennaio 2025. Quindici dei diciassette diplomati sono stati premiati sul palco dal presidente della LCTA Matteo Somaini e da Cristina Campana di Alma Impact: Zoran Anastasov, Brando Berti, Andrea Crespi Bel’skij, Andrea Brambilla, Gabriella D’Aleo, Ievgeniia Dmukh, Alessio Figliolia, William Kucera, Svitlana Lomatschinsky, Riccardo Maffi, Lorenza Michelini, Stefano Negri, Kaveh Nicjoo, Massimiliano Zanetti e Ilenia Zendri (assenti: Raùl Blanco Cañeque e Meltem Meshur).

Alessio Figliolia ha ricevuto il Best Student Award dal co-fondatore e presidente di Alma Impact, Alberto Stival.

Conversazione a tu per tu con Sergio Ermotti

Uno dei momenti più significativi è stato il fireside chat con Sergio P. Ermotti, CEO del gruppo UBS. Ermotti ha conversato con il vicepresidente di LCTA, Roberto Grassi, e con il pubblico su temi di grande attualità, tra cui le prospettive economiche globali e l’integrazione in corso di Credit Suisse, che sta procedendo con successo. Al di fuori della Svizzera, la grande maggioranza dei clienti è già stata trasferita e, entro la fine del primo trimestre del 2026, anche quelli con sede in Svizzera completeranno la migrazione.

Ermotti ha evidenziato la notevole resilienza dei mercati finanziari nonostante gli shock geopolitici, sottolineando come i mercati si siano mantenuti sorprendentemente stabili alla luce degli eventi recenti. In merito alla presunta crisi del dollaro, ha osservato come manchino alternative concrete, a causa dei vincoli strutturali e politici che pesano sulle altre principali valute e mercati dei capitali.

Parlando di commercio, Ermotti ha espresso un cauto ottimismo riguardo a futuri accordi tra Stati Uniti, Europa (compresa la Svizzera) e altre regioni, prevedendo un’evoluzione verso il regionalismo, piuttosto che una piena de-globalizzazione. Quest’ultima, ha sottolineato, comporterebbe una forte contrazione dell’economia globale.

Ha infine ribadito la posizione di UBS sugli aggiornamenti proposti dal Consiglio federale alle normative bancarie “too big to fail”, avvertendo che un aumento dei requisiti patrimoniali comporta costi più elevati e limita la capacità di erogare credito. Ha concluso ricordando che, in ultima analisi, la fiducia rappresenta il vero capitale del sistema bancario.

Complessità geopolitica e resilienza del settore

Matteo Somaini, presidente della LCTA, ha aperto la seconda giornata della Global Commodities Conference 2025 riconoscendo la necessità, per le aziende del settore, di adattare il proprio modello di business a un contesto caratterizzato da protezionismo, incertezza e frammentazione globale. Ha sottolineato come i partner strategici, come le banche, affrontino sfide proprie e si adattino a ritmi diversi.

Somaini ha accolto con favore il gruppo eterogeneo di esperti presenti, evidenziando la crescente rilevanza strategica delle economie mediorientali e il ruolo sempre più marginale dell’Europa nei dibattiti globali. Ha infine riconosciuto l’impatto degli attuali sconvolgimenti geopolitici, sottolineando come questi temi siano divenuti centrali nell’attuale scenario internazionale.

Cina e l’economia globale

In un keynote coinvolgente, la professoressa Keyu Jin (HKUST Business School e Harvard) ha illustrato il ruolo in evoluzione della Cina nell’economia globale. In un contesto caratterizzato da crescente frammentazione commerciale e tensioni con gli Stati Uniti, Jin ha descritto una Cina impegnata in una strategia di “ricalibrazione”: rafforzare l’autosufficienza mantenendo al contempo un’apertura selettiva verso i mercati internazionali.

Pur proteggendo il proprio modello economico e l’indipendenza politica, la Cina sta gradualmente aprendo settori come la finanza e i servizi alle iniziative private. A livello interno, Jin ha riconosciuto le sfide strutturali – crisi del settore immobiliare, consumi contenuti, disuguaglianze regionali – ma ha evidenziato il dinamismo delle nuove generazioni, maggiormente connesse a livello globale, come possibile motore di cambiamento.

Nel campo tecnologico, ha osservato come le restrizioni esterne (ad esempio i controlli alle esportazioni imposti dagli USA) abbiano stimolato un maggiore investimento interno in innovazione, con l’obiettivo di conquistare la leadership nei settori emergenti.

Il suo intervento ha sottolineato il percorso di trasformazione misurata della Cina, finalizzato a gestire le turbolenze, ridefinire gli scambi commerciali e avanzare nello sviluppo tecnologico.

Scosse geopolitiche e incertezza strategica: un mondo sull’orlo del cambiamento

Nel suo keynote, Emily Harding (Center for Strategic and International Studies, CSIS), ha riflettuto sui recenti sconvolgimenti geopolitici – dagli sviluppi in Iran ai nuovi equilibri globali – come segnali di un cambiamento più ampio dell’ordine internazionale.

Ha descritto come potenze quali Russia, Cina e Stati Uniti stiano plasmando il contesto globale attraverso approcci sempre più transazionali e assertivi. La politica americana sotto Trump, ha spiegato, è caratterizzata da un “disaccoppiamento strategico” dalla Cina nei settori critici, guidato dalla volontà di rafforzare la resilienza interna e ridurre le dipendenze. Questa strategia si inserisce in una visione populista che valorizza la sovranità economica, mette in discussione i meccanismi multilaterali e punta sul consenso interno.

Harding ha affrontato anche le tensioni interne agli Stati Uniti – inflazione, disuguaglianze, sfiducia nelle istituzioni – e l’impatto accelerato di tecnologie come l’intelligenza artificiale e la biotecnologia. Ha concluso con cauto ottimismo: pur in un contesto politico instabile, l’innovazione tecnologica e la ricerca di stabilità da parte del settore privato potrebbero contribuire a orientare il sistema verso una nuova sostenibilità, a patto che la governance riesca a tenere il passo.

La certezza dell’incertezza: il futuro turbolento della politica e dell’economia globali

Nel suo keynote, l’economista e autore Alan Friedman ha descritto il clima geopolitico ed economico attuale come caratterizzato da un’incertezza persistente, alimentata da leadership imprevedibili, politiche volatili e dall’ascesa globale del populismo.

Ha definito l’approccio del presidente Trump come protezionista ed erratico, esprimendo preoccupazioni sugli effetti destabilizzanti dei dazi commerciali. Ha invece sottolineato la maggiore coerenza strategica della Cina, soprattutto nella gestione delle relazioni internazionali e nella pianificazione economica.

Friedman ha evidenziato la crescente frammentazione della politica globale, i legami più stretti tra regimi autoritari e l’instabilità politica negli Stati Uniti. Ha messo in guardia contro i rischi della deglobalizzazione, i mutamenti negli assetti commerciali e l’incertezza sulla solidità a lungo termine del dollaro, suggerendo che l’Europa potrebbe emergere come un’area più attrattiva per gli investimenti.

Concludendo, ha tracciato un parallelismo storico con il periodo interbellico, avvertendo che l’attuale ondata di populismo e polarizzazione potrebbe minacciare le istituzioni democratiche e la stabilità globale. Ha invitato a mantenere alta la vigilanza nel navigare un mondo sempre più imprevedibile.

Tavola rotonda degli esperti: energia, rivalità USA-Cina e intelligenza artificiale

Moderato da James May (DITH), il panel ha visto la partecipazione di Emily Harding (CSIS), Alan Friedman, Mattia Giussani (Sirius Energy) e Nikolai Litvinenko (Telf), che hanno affrontato i temi più urgenti dell’attuale contesto geopolitico ed economico.

Il dibattito è partito dagli sforzi dell’Europa per rafforzare l’indipendenza energetica in risposta alle recenti crisi globali, con i relatori che hanno sottolineato il ruolo chiave delle rinnovabili e dell’innovazione per garantire la sicurezza a lungo termine.

Successivamente, l’attenzione si è spostata sulla competizione strategica tra Stati Uniti e Cina, in particolare nel contesto della manifattura e del controllo delle filiere delle energie rinnovabili. Nonostante le sfide, i relatori hanno concordato sul fatto che investimenti mirati e riforme politiche potrebbero aiutare gli Stati Uniti a rafforzare la propria posizione.

Ampio spazio è stato dato all’intelligenza artificiale, discutendone l’impatto dirompente in settori come l’energia e la finanza, i rischi legati alla sicurezza informatica e le preoccupazioni per un possibile utilizzo bellico. La sessione si è conclusa con un appello condiviso per una maggiore cooperazione internazionale e un rinnovato impegno diplomatico, strumenti fondamentali per gestire l’incertezza e sostenere la stabilità globale.


Guarda il video e sfoglia la rassegna fotografica per rivivere i momenti salienti



Con effetto dal 4 giugno 2025, gli Stati Uniti hanno aumentato dal 25% al 50% i dazi aggiuntivi sulle importazioni di acciaio, alluminio e prodotti derivati, applicando la nuova aliquota a tutte le merci sdoganate o ritirate da deposito per il consumo sul mercato statunitense.

Questa misura è stata formalizzata con il Proclama presidenziale del 3 giugno. Le voci doganali interessate sono elencate nella List of Aluminum HTS subject to Section 232 e nella List of Steel HTS subject to Section 232.

Eccezioni e tariffe specifiche

I prodotti in acciaio o alluminio e loro derivati provenienti dal Regno Unito mantengono un dazio ridotto al 25% fino al 9 luglio 2025.

Ai prodotti contenenti alluminio primario fuso o colato in Russia, o importati direttamente dalla Russia, si applica un dazio del 200% sul valore totale (di fatto, il commercio di tali prodotti da parte di aziende svizzere ed europee è reso impossibile dalle sanzioni in vigore, in particolare dal 16° pacchetto sanzionatorio).

Calcolo su base parziale

Dal 4 giugno 2025, il dazio del 50% si applica solo sulla quota di alluminio o acciaio contenuta nel prodotto. La parte restante è soggetta ad eventuali dazi reciproci (10% fino al 9 luglio, poi si applica il dazio reciproco fissato per ogni singolo Paese).

Obblighi di dichiarazione

Gli importatori devono comunicare i codici ISO dei Paesi in cui l’alluminio è stato:

  • fuso primariamente (prima fusione),
  • fuso secondariamente (da materiale riciclato),
  • colato (trasformato in forma solida).

A partire dal 28 giugno 2025, se l’informazione relativa al Paese di fusione e colata non è disponibile, è obbligatorio indicare il codice “UN”, con conseguente classificazione sotto le voci HTS 9903.85.67 o 9903.85.68 e applicazione di un dazio del 200% pari a quello previsto per l’alluminio di origine russa.

Per l’importazione di acciaio e derivati, gli importatori devono indicare sia il Paese di fusione e colata (codice ISO) che il codice di applicabilità (“applicability code”), come segue:

  • per i prodotti in acciaio: indicare il paese dove l’acciaio è stato originariamente fuso e colato
  • per i derivati: indicare il paese dove l’acciaio è stato fuso oppure “OTH” (altri) sconosciuto.

Altre disposizioni

Per i dazi imposti ai sensi della Sezione 232 non è previsto alcun rimborso (drawback).

Il dazio del 50% si applica in aggiunta ad altri eventuali oneri doganali (ad es. dazi antidumping), ma non si cumula con i dazi reciproci.

Le regole di applicazione cumulativa sono state aggiornate per evitare sovrapposizioni. La nuova sequenza (o gerarchia) di applicazione dei vari tipi di dazi è stata ridefinita come segue:

  • dazi su autoveicoli e componenti: 25%
  • dazi su acciaio e alluminio: 50%
  • dazi IEEPA per Canada e Messico: in generale 25%, 10% per determinati prodotti

Questa nuova priorità implica che i metalli provenienti da Canada e Messico siano ora soggetti all’intera aliquota del 50%, senza riduzioni.

Per facilitare una corretta classificazione tariffaria, l’U.S. Customs and Border Protection (CBP) ha pubblicato le seguenti istruzioni operative:

La comunicazione CSMS #65236574 fornisce invece chiarimenti sull’applicazione cumulativa dei dazi e sulla corretta sequenza di imposizione.

Altri documenti utili

President Donald J. Trump Increases Section 232 Tariffs on Steel and Aluminum

Proclamation of June 3, 2025 Adjusting Iports of Aluminum and Steel into the United States



Nel contesto delle misure di contenimento della spesa previste per il bilancio 2027, è attualmente in discussione una proposta di riduzione dei contributi federali destinati agli aerodromi regionali.

LCTA condivide la posizione dell’Associazione Passeggeri e Aeroporti della Svizzera Italiana (ASPASI), della Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino (Cc-Ti), dell’Associazione Bancaria Ticinese (ABT) e delle altre associazioni economiche e turistiche ticinesi ed esprime preoccupazione per le conseguenze che un eventuale taglio degli attuali circa 5 milioni di franchi annui destinati all’aeroporto di Lugano-Agno potrebbe avere sulla sua stessa sopravvivenza.
L’aeroporto di Lugano, unico scalo situato a sud delle Alpi, riveste un ruolo strategico a livello nazionale, che merita pieno riconoscimento. Con una forte vocazione al traffico business, rappresenta inoltre un’infrastruttura chiave per la competitività della piazza economica ticinese.

Comunicato stampa ASPASI del 16 aprile 2025



A partire dal 12 marzo 2025, le importazioni di acciaio, alluminio e loro derivati negli Stati Uniti saranno soggette a un dazio supplementare del 25%. La misura, ufficializzata da due avvisi dell’agenzia doganale statunitense, segna un’ulteriore stretta sulle politiche commerciali del Paese.

Lo scorso febbraio, il presidente Trump ha firmato due proclami – Adjusting Imports of Aluminum into the United States (#10895) e Adjusting Imports of Steel into the United States (#10896) – che rafforzano le tariffe previste dalla Sezione 232 del Trade Expansion Act. Il provvedimento non solo conferma il 25% sulle importazioni di acciaio, ma innalza dal 10% al 25% il dazio sull’alluminio, estendendolo anche ai rispettivi prodotti derivati a partire dal 12 marzo 2025.

L’ampliamento della misura interessa diverse categorie merceologiche:

  • alluminio e derivati: prodotti dei capitoli tariffali 66, 76, 83, 84, 85, 87, 88, 90, 94, 95 e 96.
  • acciaio e derivati: prodotti dei capitoli tariffali 72, 73, 84, 85, 87 e 94

I provvedimenti revocano ogni forma di trattamento agevolato, comprese quote assolute, contingenti tariffari ed esenzioni per singoli Paesi. Inoltre, pongono fine alle esclusioni generali precedentemente approvate (General Approved Exclusions, GEA), mantenendo valide solo quelle specifiche registrate nel sistema Automated Commercial Environment (ACE) fino alla loro scadenza o all’esaurimento del volume autorizzato.

Esclusi dall’inasprimento dei dazi saranno unicamente i prodotti realizzati con acciaio fuso o alluminio estruso negli Stati Uniti. Per tutti gli altri derivati, il calcolo del dazio verrà effettuato sul valore del metallo di base.

Non è previsto alcun meccanismo di rimborso (drawback) per i dazi imposti. Inoltre, l’acciaio, l’alluminio e i loro derivati ammessi nelle zone franche statunitensi a partire dal 12 marzo 2025 dovranno riceveranno lo status di “straniero privilegiato” e saranno assoggettati ai dazi vigenti  al momento dell’immissione in consumo.

Per chiarire le modalità di attuazione delle nuove misure, l’agenzia doganale statunitense (U.S. Customs and Border Protection – CBP) ha ora pubblicato due documenti operativi:

I due documenti elencano le sottovoci tariffarie del capitolo 99 dell’Harmonized Tariff Schedule of the United States (HTSUS) da utilizzare obbligatoriamente per dichiarare le importazioni e forniscono istruzioni dettagliate sulla corretta dichiarazione del contenuto di alluminio e acciaio, compresa l’indicazione del Paese di fusione e colata (per l’alluminio: anche in caso di utilizzo di materiali riciclati).

Sottovoci tariffali a confronto

A quali sottovoci tariffali del capitolo 99 sono associati i vari articoli in acciaio e alluminio? Consulta la nostra tabella comparativa!

Documento



La Commissione europea propone di semplificare le norme sulla sostenibilità modificando l’ambito di applicazione e i tempi di adozione della CSRD, della CSDDD, del CBAM e della Tassonomia UE.

Il 26 febbraio 2025 la Commissione europea ha adottato il pacchetto Omnibus, un pacchetto di proposte volte a semplificare le normative UE, migliorare la competitività e facilitare una maggiore capacità di investimento. La legislazione inclusa nel pacchetto comprende la Direttiva di rendicontazione di sostenibilità aziendale (CSRD), la Direttiva sulla due diligence in materia sostenibilità aziendale (CSDDD), il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e il Regolamento sulla tassonomia dell’UE.

Quella che segue è una breve panoramica, senza pretesa di esaustività, delle modifiche proposte:

CSRD

  • limitazione dell’ambito di applicazione delle società tenute a presentare relazioni a quelle con >1’000 dipendenti;
  • “limite della catena del valore”: sarà implementato uno standard di rendicontazione volontario per le società al di fuori dell’ambito di applicazione della CSRD, che limiterà le informazioni che le società o le banche che rientrano nell’ambito di applicazione possono richiedere alle società nelle loro catene del valore con meno di 1’000 dipendenti;
  • posticipo di due anni degli obblighi di rendicontazione per le grandi aziende e le PMI quotate (cosiddette Wave 2 e 3);
  • revisione degli standard europei di rendicontazione di sostenibilità (“ESRS”) per ridurre i punti dati, chiarire le disposizioni poco chiare e migliorare l’allineamento con altre normative;
  • eliminazione del requisito di standard specifici per settore;
  • eliminazione del requisito di ragionevole garanzia.

CSDDD

  • rinvio di un anno del termine di recepimento e della data di applicazione per la prima ondata di aziende, ora fissati rispettivamente al 27 luglio e al 2028, mentre l’adozione delle linee guida necessarie è stata anticipata al luglio 2026;
  • esenzione dall’obbligo di condurre sistematicamente valutazioni approfondite degli impatti negativi nelle catene del valore complesse; la dovuta diligenza completa è richiesta solo quando informazioni plausibili suggeriscono tali impatti;
  • ulteriore semplificazione dei requisiti di due diligence in materia di sostenibilità, compresa l’estensione a 5 anni degli intervalli tra le valutazioni periodiche e gli aggiornamenti, la razionalizzazione degli obblighi di coinvolgimento delle parti interessate e l’eliminazione dell’obbligo di porre fine ai rapporti commerciali come misura di ultima istanza;
  • limitazione delle informazioni che le aziende interessate possono richiedere ai loro partner commerciali di medie e piccole dimensioni (<500 dipendenti) a quelle specificate negli standard volontari CSRD per la rendicontazione di sostenibilità (standard VSME); ulteriori informazioni possono essere richieste solo se essenziali per la mappatura e acquisibili attraverso altri metodi ragionevoli;
  • eliminazione dell’obbligo di risoluzione come ultima risorsa: alle aziende sarà richiesto solo di interrompere gli impegni relativi all’attività in questione.

CBAM

  • esenzione dagli obblighi CBAM per i piccoli importatori (<50 tonnellate all’anno);
  • semplificazione dell’autorizzazione dei dichiaranti, del calcolo delle emissioni incorporate, degli obblighi di rendicontazione e della conformità alle responsabilità finanziarie per gli importatori CBAM interessati.

La Commissione conferma inoltre la sua intenzione di estendere il CBAM ad altri settori ETS e ai prodotti a valle; la proposta legislativa seguirà entro il 2026.

Tassonomia

  • segnalazione volontaria della tassonomia per le aziende interessate dalla CSRD (>1’000 dipendenti) con un fatturato netto <450 milioni di euro;
  • semplificazione dei modelli di rendicontazione;
  • semplificazione degli indicatori chiave di prestazione basati sulla tassonomia per le banche, escludendo le esposizioni dal Green Asset Ratio (GAR) per le aziende non incluse nel futuro ambito di applicazione del CSRD.

Link utili



Il Regolamento UE sul lavoro forzato è entrato in vigore il 13 dicembre 2024. Dal 14 dicembre 2027 sarà vietato immettere sul mercato UE e mettere a disposizione beni realizzati attraverso il lavoro forzato.

Il Regolamento (UE) 2024/3015 che vieta i prodotti ottenuti con il lavoro forzato sul mercato dell’Unione (Regolamento sul lavoro forzato, FLR), allinea la definizione di “lavoro forzato” (o “lavoro obbligatorio”) alla Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro n. 29 (Convenzione sul lavoro forzato). Questo termine indica ogni lavoro o servizio “estorto a una persona sotto minaccia di una punizione o per la quale detta persona non si sia offerta spontaneamente”, o usato come misura di coercizione, sanzione, disciplina o discriminazione.

Il regolamento si applica a tutti i prodotti venduti nell’Unione europea o da essa esportati, indipendentemente dalla loro origine o dal settore e senza soglie di valore: a partire dal 14 dicembre 2027, i prodotti e i loro componenti saranno banditi dal mercato se è stato fatto ricorso al lavoro forzato in qualsiasi fase della loro produzione, fabbricazione, raccolta o estrazione, in tutto o in parte, compreso le lavorazioni o trasformazioni connesse a tali prodotti.

Il regolamento non introduce nuovi obblighi di diligenza in materia di diritti umani per le imprese, ma rafforza la legislazione degli Stati membri sul lavoro forzato e i quadri normativi dell’UE, tra cui la direttiva UE sulla dovuta diligenza in materia di sostenibilità delle imprese (CSDDD). Laddove la CSDDD stabilisce obblighi di due diligence relativi all’impatto del lavoro forzato per le imprese lungo tutta la catena del valore, ma non include disposizioni per vietare l’importazione di prodotti nel mercato dell’UE, il FLR implementa meccanismi per il divieto, il ritiro o lo smaltimento di prodotti realizzati con il lavoro forzato, chiedendo che tali prodotti siano riciclati, resi inutilizzabili o distrutti.

Entro il 14 dicembre 2025, gli Stati membri devono nominare un’autorità competente e notificarla alla Commissione europea, che ne pubblicherà l’elenco nel cosiddetto “Portale unico del lavoro forzato”. Il portale, che dovrà essere istituito entro il 14 giugno 2026, servirà anche come archivio per le decisioni e le linee guida per le imprese, ivi comprese le procedure di due diligence e le migliori pratiche far cessare i rischi di lavoro forzato o per riparare ai casi di lavoro forzato. La Commissione europea è inoltre tenuta a istituire una banca dati pubblica delle zone geografiche o dei prodotti o gruppi di prodotti a rischio di lavoro forzato, anche per quanto riguarda il lavoro forzato imposto dalle autorità statali. Le decisioni relative al divieto, al ritiro o allo smaltimento dei prodotti saranno riconosciute in tutti gli Stati membri. Le imprese che non si conformano alle decisioni prese ai sensi del regolamento possono incorrere in sanzioni pecuniarie.

Raccomandazioni

Le imprese hanno tre anni di tempo per valutare l’esistenza di rischi legati al lavoro forzato all’interno delle loro catene di approvvigionamento, sia direttamente attraverso le loro attività di importazione o esportazione, sia indirettamente attraverso la dipendenza da prodotti importati o esportati, e mappare la loro potenziale esposizione. Allo stesso tempo, dovrebbero provvedere ad inserire nei contratti con i loro fornitori clausole volte a mitigare il rischio che determinati prodotti vengano trattenuti alle frontiere dell’UE, con conseguente loro ritiro dal mercato o smaltimento.



Dear Members and extended Community,

as we bid farewell to 2024 and embrace new beginnings, we would like to take a moment to express our heartfelt gratitude for the trust and cooperation you have shown us. To be more specific, dear Members, your support has been vital to our journey, and we are extremely grateful to have you by our side.

The year has been once again a difficult one, with commodity traders facing daily challenges that have been further exacerbated by an increasing political interference in market activities. Fortunately, the sector has proven time and time again that it has what it takes to overcome these obstacles, but in an ever-changing environment, knowledge, training, experience sharing, and a competitive and attractive business location are cornerstones. Thus, in 2025 the LCTA will continue its efforts to offer valuable training and networking opportunities while also maintaining an open line of communication with authorities and other significant stakeholders.

During our discussions with such key players, we regrettably noticed that the sector’s significance is frequently undervalued. To address the shortage of accurate baseline statistic data and gain stronger bargaining power, the LCTA will therefore launch a substantial Industry Assessment and Data Collection survey. To safeguard your privacy, we will use state-of-the-art cryptography. We will delve deeper into this matter in the coming months, but for the time being, just know how important your input is: help us serve you!

In the meantime, we wish you and your loved ones a joyful holiday season and a New Year filled with opportunities, renewed partnerships, and continued growth.

Warmest regards,

Matteo Somaini, President & Monica Zurfluh, Secretary General



Il 5 dicembre 2024, presso l’Hotel Splendide Royal di Lugano e in concomitanza con la sua Assemblea Generale Annuale, la LCTA ha tenuto la «Commodity Roundtable». L’evento ha visto la partecipazione dell’Ambasciatrice svizzera Monika Schmutz Kirgöz quale ospite d’onore e ha attirato oltre 120 partecipanti da tutta la Svizzera. È stata evidenziata la capacità di adattamento dei trader di materie prime all’aumento dei rischi geopolitici e a quadri normativi sempre più stringenti.

In concomitanza con la sua 14ª Assemblea Generale Ordinaria e dopo un altro anno difficile per il settore, la Lugano Commodity Trading Association (LCTA) ha deciso di organizzare una tavola rotonda per una valutazione della situazione attuale. Alla tavola rotonda diversi associati si sono espressi su un argomento di stretta attualità: le sfide e le restrizioni geopolitiche al libero commercio.

L’evento ha preso l’avvio con un discorso introduttivo da parte del Presidente della LCTA Matteo Somaini che ha sottolineato come, dopo un anno caratterizzato da un crescente intervento politico nelle attività economiche e da sfide senza precedenti per il settore, i trader di materie prime continuino a navigare in acque inesplorate. La parola è poi passata all’ospite d’onore, l’Ambasciatrice svizzera Monika Schmutz Kirgöz. Attualmente capo missione a Roma e precedentemente in servizio a Tel Aviv, Istanbul e Beirut, l’Ambasciatrice Schmutz Kirgöz assumerà la leadership della Divisione Medio Oriente e Nord Africa del Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE) a partire da gennaio 2025. L’Ambasciatrice ha portato la sua esperienza diretta in Medio Oriente e ha sottolineato la fase critica di transizione che il mondo sta attraversando, caratterizzata da un cambiamento geopolitico cruciale verso una nuova multipolarità e dall’emergenza dell’intelligenza artificiale come forza di trasformazione, con implicazioni sostanziali per le aziende.

Le osservazioni dell’Ambasciatrice Schmutz Kirgöz hanno contribuito ad innescare una discussione nella tavola rotonda moderata dal Vicepresidente della LCTA Roberto Grassi, che ha visto la partecipazione di Costanza Eufemi (Co-fondatrice di Lyra Commodities SA), Mattia Giussani (Responsabile Power Origination di Sirius Energy SA) e Roger Hughes (COO e Risk Manager di DITH). La discussione ha affrontato il declino dell’Europa in termini di produttività e tecnologia, il suo emergere come potenza regolatrice e i vincitori e i perdenti della guerra delle sanzioni. I relatori hanno riconosciuto che, se da un lato alcuni segmenti del settore del commercio di materie prime hanno perso parte della loro attività e sono stati costretti a cercare fornitori o clienti alternativi, dall’altro ci sono stati anche sviluppi positivi. In particolare, l’iniziativa concertata dell’Europa per raggiungere l’indipendenza energetica attraverso la diversificazione delle fonti energetiche e la promozione delle energie rinnovabili ha favorito le società di trading impegnate in questi settori o che sostengono lo sviluppo delle infrastrutture necessarie.

La crescente influenza globale della Cina è innegabile: la potenza asiatica svolge un ruolo centrale nella catena di approvvigionamento globale di materie prime essenziali e sta espandendo il proprio raggio d’azione assicurandosi strategicamente miniere e risorse in regioni come l’Africa e il Sud America, spesso in cambio della costruzione di infrastrutture o dell’integrazione dell’intera catena del valore, dall’estrazione alla produzione, ottenendo così un vantaggio competitivo sui concorrenti. Inoltre, la Cina detiene partecipazioni o gestisce vari porti vitali in tutto il mondo, tra cui il porto del Pireo in Grecia, il porto di Gwadar in Pakistan e il porto di Chancay in Perù, recentemente inaugurato. Il controllo cinese delle infrastrutture critiche è la prova di un approccio strategico lungimirante e ben coordinato, anche se desta preoccupazione, poiché potrebbe servire da meccanismo di leva geopolitica.

Nel complesso, il panel ha esaminato come l’interazione tra deglobalizzazione e protezionismo commerciale influiscano sulle decisioni aziendali e sui modelli di investimento, portando alla creazione di ridondanze all’interno delle catene di approvvigionamento per rafforzare la resilienza aziendale e garantire la continuità operativa. Nonostante le sfide oggettive, dalla discussione è emerso un quadro positivo delle aziende attive nel trading di materie prime, che risultano essere adattabili e flessibili malgrado i mercati siano in rapida evoluzione, innovative nella risoluzione dei problemi in aree come la logistica e la gestione dei rischi e, soprattutto, orientate ai clienti. Una discussione che è culminata con una ciliegina sulla torta. Sebbene l’argomento non sia stato esplicitamente trattato, la risposta a una domanda del pubblico, legittima ma provocatoria, è stata inequivocabile: il Ticino, e più in generale la Svizzera, continuano ad offrire condizioni quadro favorevoli e finché il quadro normativo resterà tale rimarranno luogo preferito dai trader di materie prime per condurre i loro affari.

Lugano, 6 dicembre 2024
Per ulteriori ragguagli: Monica Zurfluh, Segretario Generale LCTA, zurfluh@lcta.ch, M +41 79 220 40 71



LCTA is honored to report that on Wednesday, November 28, 2024 its President Matteo Somaini was reelected as a Member of the Executive Board of the Swiss umbrella association SUISSENÉGOCE for the term 2024-2026.

In this capacity, he will not only continue to advocate for the interests of our Members and represent our Association, but also engage in critical discussions about the commodity trading sector within a committee comprised of senior representatives from leading commodity trading companies and financial institutions, alongside our sister organization, the Zug Commodity Association (ZCA).

We congratulate Matteo and the newly elected Executive Board of SUISSENÉGOCE, wishing them productive deliberations!

In today’s budget announcement, the UK Government has released its comprehensive response to the CBAM consultation held earlier this year, confirming that the UK CBAM will impose a carbon price on goods imported from the aluminium, cement, fertiliser, hydrogen, iron, and steel sectors beginning January 1, 2027. Commodity codes falling within the scope of UK CBAM are listed in Annex B.

Products from the glass and ceramic sectors will be exempted from CBAM in its initial rollout.

The registration threshold is set at £50,000 for CBAM goods imported into the UK within a 12-month timeframe.

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